Un confronto tra Italia e Spagna –

La pala d’altare, testimonianza religiosa di gran rilievo entro ogni struttura presbiteriale, si evolve nel corso del tempo in funzione del messaggio da veicolare; la scelta di soluzioni espressive varia quindi per forme e contenuti nei diversi luoghi d’Europa, mostrando un elaborato sistema d’influenze in base a cui le parti comunicano a vicenda più o meno evidentemente.

Risulta di notevole fascino osservare come nel periodo di transizione dalla cultura gotica a quella classicista vi siano ambiti che optano per modalità compositive divergenti. Un caso specifico, estrapolabile dalla vastità che tale argomento comporta, è il lavoro di paragone sull’organizzazione figurativa tra Penisola Italiana e Spagnola dalla metà del XV secolo; questo permette di tracciare una linea di pensiero fondamentale che evidenzia la predilezione verso la Pala Unificata nel primo ambito ed una predilezione verso la Pala Composita nel secondo ambito.

Gli artisti, per merito di relazioni diplomatiche tra governanti, ebbero modo di viaggiare attraverso il continente e studiare tecniche di vario tipo, creando un peculiare movimento di opere in direzione Est-Ovest e Nord-Sud che lega la tradizione locale alle novità sviluppate in regioni come Toscana e Fiandra; Un dato emblematico è quello dei maestri Pedro Berruguete e Lluís Dalmau, rispettivamente al servizio della Corona di Castiglia ed Aragona, che fanno esperienza presso la bottega di Joos Van Wassenhove e Johannes Van Eyck, la cui produzione fu ambita dalle corti di Urbino e Napoli.

I membri del clero e della nobiltà, principali committenti di manufatti a senso devozionale, volevano talora che nel frangente del sacro le composizioni rappresentassero un santo o una santa, la cui personalità fosse in grado di evocare determinati valori tramite la narrazione di alcuni eventi della propria vita; Ciò si manifesta ed articola nel polittico medievale, il quale poi mantiene una straordinaria continuità in Spagna tanto nell’apparato rinascimentale che nell’apparato barocco, contrariamente a quanto si verifica in Italia.

La specifica volontà di esporre una moltitudine di vicende a questo proposito è riscontrabile nella cattedrale vecchia di Salamanca in Castilla-León, dove l’organismo figurativo va quasi a plasmare una Biblia Pauperum ad uso del fedele, e nella chiesa priorale di Reus in Cataluña, dove pittura e scultura si complementano reciprocamente in un complesso macchinario scenografico. Tali circostanze permettono dunque la comprensione di un fenomeno la cui durata si estende per circa trecento anni.

Il tipo di ancona che vogliamo esaminare è noto col termine di Retablo e comprende una serie di elementi di sintesi tra medioevo e rinascimento che danno origine al Gusto Plateresco, definito pure lo “Stile dei Re Cattolici”. L’ampio utilizzo della comunicazione visiva per conto della sovranità nelle sedi del potere, quali palazzi e conventi, denuncia uno stretto vincolo in cui Stato e Chiesa sono dediti a modellare un territorio finalmente unificato; Con la ragione di giungere ad uno scopo educativo per il cristiano e persuasivo per l’ebreo ed il musulmano, vengono quindi creati vari nuclei di esercizio propagandistico, facendo in modo che l’arte valicasse le barriere culturali e linguistiche. Questo è il contesto in cui agisce il Tribunale del Santo Uffizio, ente di supervisione dell’ortodossia cattolica stabilito da Sisto IV e sostenuto da Alessandro VI, papi che ne garantiscono l’autonomia.

Avila, nella regione di Castilla-León, è tra le città in cui il fermento politico e religioso si mostra tanto a livello ideale quanto a livello materiale, trovando compimento in una delle principali strutture monumentali progettate alla fine della Reconquista: Il Real Monastero di San Tommaso d’Aquino. Il cenobio, voluto in origine dal segretario e tesoriere di corte Don Hernán Núñez de Arnalte, fu dato poi in consegna al confessore reale ed inquisitore supremo Tomás de Torquemada, amico di famiglia che ottenne dunque il patrocinio dei sovrani Ferdinando II d’Aragona ed Isabella I di Castiglia; Tale situazione diede una svolta alla funzione dell’edificio, che si convertì in residenza per i governanti, mausoleo per il defunto erede al trono e sede permanente del tribunale inquisitorio.

La chiesa conventuale risulta austera e maestosa, presentando un coro ed un altare sopraelevati rispetto al piano della navata, dove si trova il sarcofago del Principe Don Juan; Nonostante le traversie che gli arredi sacri hanno dovuto subire negli anni, è ancora possibile ammirare la straordinaria pala d’altare maggiore dedicata al santo titolare, un tempo complementata da una coppia di pale d’altare minori dedicate a San Domenico di Guzmán e San Pietro da Verona, tutti rappresentanti dell’Ordine Domenicano.

L’autore della menzionata impresa fu Pedro Berruguete, maestro stimato per la sua abilità nell’esprimere con perizia le ultime tecniche messe a punto in altre zone del continente. L’estesa sosta ad Urbino presso la corte del Duca Federico III da Montefeltro gli permise certo di acquisire un mirabile uso di composizione, prospettiva, disegno, colore, luce ed ombra con figure solide e particolareggiate; Lo stile ed il repertorio delle tavole, sebbene favoriscano in questo specifico ambito l’estetica del naturalismo gotico, evidenzia di fatto la metabolizzazione di fondamenti riconducibili all’ordine dell’intellettualismo classico, adeguato in seguito alla tendenza dominante nella Penisola Iberica senza rinunciare ad una caratteristica genuinità.

Il progetto va inteso in un’ampia relazione che unisce fra loro i tre retablos, esponendo così tematiche dal rilievo tanto nazionale quanto internazionale. La custodia della propria fede, tema che ha scatenato agitazioni in tanti luoghi d’Europa, assume per la comunità abulense un senso pregnante fino ad un tempo abbastanza recente.

I componenti degli altari smembrati furono presi e trasportati nei fondi che andranno a costituire il Museo del Prado, quale conseguenza degli espropri voluti dal ministro Juan Álvarez de Mendizábal; Cionostante, siamo ancora in grado di studiarne il telaio ed i pannelli sul modello originale lasciato in sito, valutando come la scelta iconografica ed iconologica resti comprensibile solo in presenza di tutte le debite nozioni del caso.

La pala di San Tommaso d’Aquino, eseguita nel 1495 circa, si articola con un profilo quadrangolare diviso esclusivamente tra corpo e banco, concepiti senza l’attico; Una vivace ornamentazione di racemi vegetali si fonde quindi con l’architettura dipinta e scolpita, trovando nella marcata gerarchia della composizione un equilibrio che enfatizza il nucleo dell’insieme. Il magnifico allestimento figurativo dona allo spettatore un aureo trionfo di angeli, martiri, evangelisti e padri della chiesa, oltre a momenti con la vita del santo ritenuti da alcuni studiosi tratti plausibilmente da un manoscritto allora custodito nella biblioteca monastica.

Similmente alle pagine di un libro, la narrazione ha uno svolgimento dall’alto verso il basso e da sinistra verso destra con le seguenti vicende: La prima scena mostra “La presa del saio”, dove il gran maestro dei frati predicatori porge la veste al novizio mentre i membri della congregazione assistono al rituale; La seconda scena mostra “Le tentazioni”, dove gli angeli stringono la cintura di castità al frate, profondamente concentrato nella preghiera, mentre un uomo presenzia all’evento ed una donna esce dalla stanza voltandosi per l’ultimo sguardo; La terza scena mostra “Il miracolo del Crocefisso”, dove il redentore si manifesta per elogiare il lavoro compiuto dal frate; La quarta scena mostra “L’apparizione dei Santi Pietro e Paolo”, dove il frate riceve una visita nello studio da parte dei menzionati apostoli, che lo aiutano a risolvere complicati ragionamenti spirituali mentre il suo collaboratore non sembra in alcun modo partecipare alla mistica visione.

Ogni ambito si anima con una serie di utensili tipicamente quotidiani in cui i fatti vengono reinterpretati allo scopo di creare un qualcosa di riconoscibile, ibridando sale dai soffitti in stile moresco e pilastri alla maniera antica o personaggi con abiti toscani e paesaggi fiamminghi alternati ad arazzi di broccato. Un’attenzione particolare è poi data all’organizzazione delle varie icone ai fianchi del tabernacolo, il quale vede dall’esterno all’interno i Santi Stefano e Sebastiano, Agostino e Girolamo, Giovanni e Matteo con una coppia di angeli che sostengono tra le mani il sudario e la corona di spine.

La splendida figura centrale, sormontata da un triplo coronamento a guglie, si erge maestosa e sobria nella gestualità, compendiando mirabilmente il pensiero per mezzo del quale l’Ordine Domenicano agisce sul piano teorico e pratico. San Tommaso d’Aquino indossa la tunica tipica della confraternita che rappresenta, oltre alla berrettina, caratteristica dei funzionari in tribunale o docenti all’università; Il monaco stringe in pugno una piuma come attributo della condizione di erudito, facendo quindi evidentemente cenno alle sue numerose redazioni che dissertano su questioni di fede.

Il criterio e la conoscenza dei testi sacri che hanno distinto la vita del santo furono presi ad esempio dai frati predicatori quale rimedio per combattere l’eresia e stimolare la conversione; Lo studio e la meditazione hanno infatti da sempre occupato un ruolo nodale per quest’esperienza cenobitica, dove ai monaci era chiesto di esercitarsi continuamente, sia di giorno che di notte, per strada o in casa.

Lo strumento di trasmissione dei concetti prediletto dal sacerdote intellettuale è ovviamente il libro, grazie a cui gestisce con abilità ogni argomento utile al processo di analisi. Persino gli angeli, che si tendono eleganti dalle nicchie sull’ancona, sostengono una serie di volumi aperti o chiusi, facendo inoltre segno col dito per richiamarvi l’attenzione dello spettatore in base ad un gesto adottato per evidenziare il tema di una controversia; Le pagine che restano visibili in tale circostanza espongono, non per nulla, alcuni frammenti tratti dalla principale opera della Filosofia Scolastica medievale, cioè la Summa Theologiae. Lo scopo di questo testo era di fungere da manuale sulla dottrina grazie ad un linguaggio quanto più semplice e comprensibile, garantendo a tutti un adito sulle profonde questioni di fede che influenzavano la società con i suoi ritmi scanditi dalle festività solenni.

Le molteplici spiegazioni di Tommaso d’Aquino sul verbo incarnato o la vita, morte ed esaltazione del Cristo sintetizzano dunque il modo in cui la chiesa volle salvaguardare i vari dogmi e sacramenti propri della liturgia cattolica di fronte all’eventuale rischio di apostasia.

Un attributo che distingue il santo a questo proposito è l’edicola entro cui sta un’ostia posta su di un calice, quale sacro emblema dell’eucaristia. Il rito, che evoca la memoria del sacrificio del redentore, servì a consolidare le barriere culturali esistenti tra cristiani ed ebrei, fomentando tumulti e persecuzioni; I frati predicatori decisero quindi l’uso della testimonianza di fatti miracolosi come espediente persuasivo e di fatti blasfemi come espediente dissuasivo, per stabilire così un ordine che fosse definitivo.

Il peso della comunione è inoltre verificato da specifici documenti che fanno menzione ad una reliquia ceduta dai Re Cattolici al convento, ed in seguito nota come “Ostia degli Eretici” in quanto scampata alla profanazione.

Le modifiche subite nel XVIII secolo per dare valenza scultorea alla pittura non impediscono alla figura centrale di mostrare, dietro ad un apparente palio d’onore, l’estremità di un baldacchino, parte del fondale autentico; Tale copertura denotava gli ampi palchi da cui il Tribunale del Santo Uffizio presiedeva la cerimonia dell’Auto da Fe, facendo quindi eseguire la pena alla quale gli infedeli e miscredenti erano condannati. Pur sapendo che il monaco non ebbe mai un ruolo presso l’inquisizione, ne giustificò e legittimò in determinate occasioni tanto le intenzioni quanto le azioni.

Il medesimo schema, sebbene privo di orpelli, è riscontrabile nella coppia di tavole con San Domenico di Guzmán e San Pietro da Verona: I diversi eventi miracolosi dei quali si narra al loro riguardo, furono attentamente messi in relazione con la quotidianità locale, in modo che memorie vicine e lontane si mescolassero nella coscienza degli abitanti.

La fede si confronta ad esempio in una leggendaria prova sulla dottrina in cui delle carte finiscono gettate nel fuoco, restando integre quando contenenti il vero e venendo distrutte quando contenenti il falso; Ciò stabilisce di fatto un legame coi roghi eseguiti abitualmente nelle città, dove al vecchio problema dei testi albigesi in Francia è sostituito quello nuovo dei testi sefarditi in Spagna. Questo clima di intransigenza portò ad una reazione da parte degli inquisiti, che furono accusati di ordire trame contro la chiesa, i suoi membri e gli inquisitori; Come il suo omonimo Italiano, Pedro de Arbués fu assassinato per via di tale carica, ma il senso di tensione verso l’ente che rappresentava, considerato sino a quel momento una grave minaccia per l’autonomia regionale, mutò e la responsabilità cadde su ebrei e musulmani conversi.

Nell’organicità del ciclo notiamo come la devota predicazione del fondatore della confraternita sia dunque unita alla base con il tragico martirio dei confratelli, fissando al vertice la funzionale sapienza di un eccelso patrono. Ogni allusione risulta usata con un fine preciso, giacché i provvedimenti dei tribunali laici e religiosi furono poi la causa di reclusioni ed espulsioni in massa, tanto per la Corona di Castiglia quanto per la Corona d’Aragona; La strategia di Tomás de Torquemada servì pertanto, oltre a guidare l’opinione dei contemporanei entro i territori della penisola, a ratificare col prestigio dei suoi precursori l’autorità dell’istituzione di controllo più strettamente legata all’Ordine Domenicano.

L’alterazione e la manipolazione della realtà storica in arte non meraviglia, perché fa parte del procedimento su cui di norma è basato il rapporto tra il mandante e gli eventuali destinatari in un messaggio, volendo tuttavia offrire un adeguamento di significato al bisogno contingente.

Le immagini sono quindi frutto dell’influenza culturale dei luoghi e dei tempi che le hanno generate, ma sono anche in grado di poterli condizionare al pari delle persone che in questi si muovono.

L’organizzazione del sistema di governo stabilita tra i regnanti e gli esponenti dell’aristocrazia mantiene in Spagna una particolare ambivalenza, che da un lato trova una struttura centrata con gestione assoluta, mentre dall’altro trova una struttura decentrata con gestione pattizia; Questo permette una diversa ripartizione delle mansioni dal notevole dinamismo sociale in cui gli equilibri di potere variano costantemente. Tuttavia, l’esercizio della propaganda non sempre volge in senso verticale, da nobiltà e clero verso il popolo, ma può anche volgere in senso orizzontale, tra membri di un ceto e ruolo simile come i componenti delle Deputazioni Generali.

Barcellona, nella regione di Cataluña, è tra le città in cui ai privilegi ereditari si contrappongono quelli acquisiti grazie alla vocazione mercantile delle sue famiglie, le quali contribuirono vivacemente tanto agli scambi via mare e via terra quanto alle spedizioni militari. Nonostante i diversi interessi economici o politici di una parte della cittadinanza, l’intesa risultante da tale rapporto si palesa entro le sale del principale edificio dedicato all’amministrazione del nucleo urbano: Il Municipio.

Durante alcuni lavori di manutenzione, il Consiglio dei Cento volle dotare la cappella del palazzo di una pala d’altare idonea a soddisfare l’esigenza di modernità che l’ente pretendeva, valorizzandone comunque l’ubicazione; Ciò rese infatti necessaria un’attenta ricerca che seguisse le possibili tendenze in voga al momento, nonché la condotta di ogni bottega disponibile.

Il gotico internazionale fu uno stile molto apprezzato nella regione, ma alle espressioni di provenienza toscana vennero progressivamente sostituite quelle di provenienza fiamminga, fortificate peraltro dai numerosi contatti tenuti con ambasciatori e diplomatici, senza poi dimenticare l’eventuale trasferimento di artisti stranieri e la compravendita delle loro opere.

La scelta dell’autore portò quindi la giunta municipale a consultare uno dei favoriti di Alfonso V d’Aragona, detto il Magnanimo, che aveva inviato il suo pittore di corte a Bruges per fare da tramite coi produttori d’arazzi e studiare la tecnica del ritratto ad olio; Grazie all’esperienza maturata in quel viaggio, il maestro Lluís Dalmau ottenne per l’appunto la stipulazione di un contratto in cui accettava le condizioni dell’incarico, avendo speciale cura nell’usare le ultime novità sviluppate in termini di composizione e resa dei materiali.

Terminato nel 1445, il celebre retablo della Vergine dei Consiglieri rimase nella sua antica posizione fino alla metà del XIX secolo, quando venne deciso un radicale cambiamento nell’assetto dell’edificio che portò allo spostamento in una chiesa adiacente; Questa, al pari di altri santuari, non riuscì comunque a scampare alla demolizione e le suppellettili furono semplicemente lasciate in un magazzino, obbligando alla fine il trasferimento al MNAC nell’odierna sede presso cui si trovano restaurate.

L’elaborato si caratterizza per un ordine formale e contenutistico peculiare, che può di fatto allontanarlo dal modello di pala composita per avvicinarlo al modello di pala unificata. Stando ai vari documenti conservati in archivio, la commissione doveva essere ripartita fra corpo e banco, con una sola tavola maggiore nel primo e quattro tavole minori nel secondo, il quale però risulta attualmente perduto o forse neanche mai realizzato; Ad ogni modo, sebbene esistano diverse versioni riguardo l’elemento mancante, tutti concordano sulla presenza all’estremità di una coppia di stemmi con le insegne cittadine.

La magnifica scena contemplabile sul pannello mostra al centro un imponente trono ligneo dove siede la Beata Vergine Maria col Bambin Gesù in grembo, mentre ai lati stanno genuflesse le cinque figure oranti che hanno finanziato l’opera, vale a dire gli onorevoli Joan Llull, Francesc Llobet, Joan Junyent, Ramon Savall ed Antoni de Vilatorta, membri responsabili del consiglio nella Casa della Città accompagnati da Santa Eulalia e Sant’Andrea; Lo sfondo è poi costituito da una navata con abside e logge presso cui stanno dieci angeli cantori raccolti in gruppi, lasciando alle spalle un vasto paesaggio che fu eventualmente pensato come una neutra campitura in oro.

Gli accorgimenti e le parti impiegate fanno inequivocabilmente riferimento a capolavori quali l’Adorazione dell’Agnello Mistico e la Vergine del Canonico Joris Van Der Paele, creando uno straordinario ibrido in cui sia il repertorio di personaggi di Gand che l’ambiente e la situazione di Bruges dialogano in un accordo del tutto originale.

Il telaio e la cornice seguono un profilo culminante in un arco ogivale. Questo aspetto emula la linea di copertura a diaframma che la cappella possedeva; le sue dimensioni vengono così ampliate per mezzo di una relazione costruita fra spazio architettonico reale e figurato, trasformando il dipinto in un varco sull’atto devozionale che elude la parete. Ciò si articola ulteriormente nella permeabilità fra spazio edificato e naturale della rappresentazione.

Le figure dei funzionari, ritratti con «[…] llur plena semblança individual» nei volti e nella corporatura, hanno le stesse proporzioni degli angeli cantori, dei santi e della Madonna, evidenziando una completa rinuncia al sistema di gerarchizzazione utilizzato di solito in quel tipo di circostanza.

I minuti dettagli collocati nel salone che ospita la mistica visione, alludono tutti a Barcellona e sono visibili tanto sulle chiavi di volta quanto nelle piastrelle del pavimento. Il concetto viene quindi definitivamente fissato con la coppia di santi che si ergono posati ed amorevoli presso il margine della scena, dove per tradizione Eulalia è considerata patrona dell’abitato, mentre Andrea è considerato patrono dell’assemblea che lo governa; L’attributo che distingue entrambi è la croce decussata, strumento di tortura con il quale hanno subito il martirio.

Le figure di Maria e Gesù sono il fulcro della composizione, tanto sul piano materiale quanto sul piano spirituale, ponendosi al vertice di un impianto triangolare alla cui base si trovano gli astanti; Risulta interessante osservare come ai sontuosi abiti della madre, la cui purezza viene esaltata negli spartiti degli angeli, sia complementare la nudità del bambino, il cui pendente in corallo evoca il sangue della passione. Il ponte fra mondo umano e divino, comunque, si manifesta anche nella posizione del trono, che funge da altare fra presbiterio e transetto al centro della costruzione; Il piedistallo è sostenuto inoltre da alcuni leoni che fanno riferimento al seggio di Salomone, mentre la spalliera è ornata da guglie e statue che mostrano la “Negazione di Pietro”, alludendo quindi alla continuità fra la Sinagoga e la Chiesa garantita dalla Vergine e dal Cristo. Tutto si compie, in ultimo, nella coppia di profeti che sostengono dei libri, metafora del Vecchio e Nuovo Testamento.

Ogni produzione artistica, ribadiamo in conclusione, palesa dunque una serie di varianti che si trovano radunate in espressioni paradigmatiche nelle diverse regioni del continente. L’alta densità umana e relativa omogeneità culturale dell’Italia implicano perciò una facile divulgazione e metabolizzazione delle conoscenze agiografiche, contrariamente alla bassa densità umana e relativa disomogeneità culturale della Spagna, che implica un difficile rendimento di tale processo; La necessità più o meno sentita di usare le immagini a scopo didascalico favorisce la proliferazione di narrazioni episodiche da una parte, dove le dimensioni sono minori, e continuate dall’altra, dove le dimensioni sono maggiori, distribuendo le eventuali componenti su livelli e scale che ne determinano l’importanza. La comunicazione visiva ottiene così un esito considerevole, nonostante le penisole siano giunte rispettivamente a soluzioni uguali e contrarie in temi sia religiosi che profani.

Il metodo di realizzazione testimonia comunque la coesistenza in area iberica di entrambe le tipologie di ancona, che sembrano vincolarsi ad uno schema composito per la devozione pubblica e ad uno schema unificato per la devozione privata, pur restando un fenomeno occasionale da esaminare con estrema cautela.

pala verge dels consells MNAC retablo avila- san tommaso pala-altare02 salamanca pala-altare01 reus pala-altare03 Avila